Tutta la Vita Davanti

Trama gentilmente concessa dalla lista dei siti di film di nuovolink.com ~ Marjane Satrapi e un'esule iraniana, vive e lavora a Parigi, dove ha trovato l'amore e la liberta. Nel 1978 era una bambina di Teheran, figlia di una borghesia colta e con un passato di oppositori al regime dello scia, era fan accanita di Bruce Lee e parlava con il buon Dio. Una vita normale, catapultata nella Storia dagli eventi, senza eroismi e romanticismi ma con tutta la sofferenza che comportano un regime islamico, una guerra, l'emigrazione, l'integrazione. Persepolis (citta di Persia) e un film drammatico. Ma e anche un lungometraggio d'animazione che non consigliare agli adulti sarebbe delittuoso. Tratto dalle omonime e premiatissime tavole autobiografiche di Satrapi (in Italia, Lizard Edizioni e Sperling&Kupfer), scritto a quattro mani dall'autrice con l'amico Vincent Paronnaud, Persepolis e uno shock visivo nell'era dell'animazione 3D: bidimensionale, essenziale, naif. L'arrivo a Parigi nel 1994 e il presente a colori, il lungo flash back dell'infanzia rimane in bianco, nero e un po' di grigio. Ha ottenuto il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes 2007, la sua corsa all'Oscar arrestata solo dall'irraggiungibile Ratatouille. Dopo la rivoluzione e la caduta del regime dello scia, la piccola Marji cresce con una forte personalita in un Iran sempre piu indebolito ed oppresso dal regime islamico: abolite le scuole bilingui e le classi miste, gli alcolici e la musica, imposto il velo alle donne. I decadenti costumi occidentali vengono banditi, e i ragazzini ricorrono al mercato nero per un disco degli ABBA, dei Bee Gees o degli Iron Maiden. La caccia ai comunisti si fa sempre piu serrata, i parenti di Marjane spariscono, la guerra contro l'Iraq provoca un milione e mezzo di morti, per proteggerla i genitori la mandano a studiare a Vienna. Qui vive la sua seconda rivoluzione, l'autonomia, il nichilismo viennese, il corpo, l'amore, il sesso. Ma anche il dramma della solitudine, del pregiudizio, della ricerca di un'identita, difficilissima da trovare per un'adolescente sola in terra straniera, scappata da una guerra e tormentata dai sensi di colpa per la sua vita occidentale e frivola. La ricerca della felicita e l'illusione del ritorno a casa, la depressione, l'esilarante dialogo con Dio e Carlo Marx che si guardano con sospetto in paradiso. Majane reagisce e diventa donna dove essere donna e piu difficile. Convive con l'oppressione fino al limite, poi riparte per non tornare piu. Il fumetto animato si avvale di una regia fortemente narrativa e parla un linguaggio universale e immediato, spiega l'Iran agli occidentali, mostra come siamo tutti uguali disegnati da un tratto infantile e disarmante. La poesia dei fiori di gelsomino nel reggiseno della nonna, l'ironia sulle assurdita della morale islamica, la forza di una bambina e la fragilita di una ragazza sola contro la Storia fanno di Persepolis uno dei piu bei lungometraggi animati degli ultimi anni.

Il Divo

Come anticipato dall'ultima versione di cb01... 'Ho la coscienza di essere di statura media, ma se mi giro intorno non vedo giganti.' E' un Giulio Andreotti mostruoso ed ironico questo raccontato nell'ultimo film del napoletano Paolo Sorrentino, un Belzebu con la faccia trafitta dagli spilloni dell'agopuntura per combattere l'emicrania che lo affligge. Ma la cattiveria del protagonista colpisce proprio per la naturalezza della rappresentazione, che corre sul filo del grottesco senza mai scivolare. Dimenticate le imitazioni forzate e squalliducce del Bagaglino, qui siamo di fronte a grandi attori che, lungi dall'essere sosia, hanno catturato le anime dei personaggi rendendoli piu veri del vero: primo fra tutti Toni Servillo, miracolato del cinema italiano, portafortuna nella doppietta di Cannes 2008 (Grand Prix della Giuria a Gomorra di Matteo Garrone, Premio della Giuria per Il Divo di Sorrentino) autore di una metamorfosi composta e lucida, mai macchiettistica. Sorrentino, si sa, ama i brutti e i cattivi, e piu sono laidi e disgraziati piu i suoi film sono belli. Dallo strozzino di L'amico di famiglia (2005) al Divo Giulio e la sua spettacolare vita, ecco un ritratto inquietante come solo il dubbio della verita sa essere, in un biopic originale per la scelta temporale, dove il protagonista ha gia 70 anni e raccogli i frutti di 40 anni di esercizio di potere, vive sotto scorta, lavora, legge, prega e fa vita mondana, il tutto con freddo distacco. Unico neo al suo idillio gerontocratico e il fantasma di Aldo Moro, i cui scritti ebbero per lui parole dure, che lo perseguita dal luogo di prigionia delle Brigate Rosse. Utilissime, nonostante siano state criticate da molti per il presunto eccesso didattico, le didascalie coi nomi dei personaggi: rosse e molto pulp, artistiche rispetto al posizionamento nelle inquadrature, assicurano un effetto-cronaca che insegna un pezzo della nostra storia di cui finalmente qualcuno, seppur con l'immancabile filtro artistico, ci ha insegnato qualcosa.